In una ristrutturazione, fare il computo metrico dell’impianto elettrico è sempre un passaggio insidioso. Non si sa mai precisamente come fare e quale criterio seguire per ottenere una stima appropriata. fare il computo metrico dell’impianto elettrico è sempre un passaggio insidioso. Non si sa mai precisamente come fare e quale criterio seguire per ottenere una stima appropriata. Valutare il costo dell’impianto in base al numero dei punti luce è sicuramente il modo più diffuso ma ci sono anche alternative più rapide, adatte nelle prime fasi della progettazione, quando non si ha ancora a disposizione un progetto dettagliato.
Costo dell’impianto elettrico a punto luce
Il metodo più utilizzato per fare un preventivo di rifacimento dell’impianto elettrico per civile abitazione è sicuramente quello di valutarlo in base al numero di punti luce da realizzare.
Per punto luce si intende un qualsiasi punto della casa in cui viene erogata energia elettrica. Un punto luce ad esempio, può essere una presa elettrica, un interruttore, una lampada d’emergenza, un faretto, una presa tv, presa Schuko per elettrodomestici, ecc.
Di seguito ti propongo un esempio dei punti luce solitamente presenti nell’impianto elettrico di un’abitazione comune:
- punto luce standard 220 V
- punto di comando con deviatore
- punto di comando ad interruttore
- punto di comando a relé
- punto di regolazione (dimmer)
- punto attuatore di comando a relé
- punto presa di corrente bipasso 10/16A
- presa aggiunta 10/16 A nella medesima scatola
- punto presa universale
- punto presa TV
- punto presa telefonica o rete dati
- punto luce per lampada d’emergenza
- punto collegamento citofono
- punto alimentazione tapparelle elettriche
- punto alimentazione caldaia
- punto di comando termostato
- punto predisposizione elemento di allarme.
Il numero di punti luce per ciascuna di queste tipologie si determina in base alle indicazioni del progetto. Il progettista solitamente indica in pianta, con appositi simboli corredati da una legenda, il posizionamento di punti luce, punti presa, ecc. Nella progettazione è fondamentale tener conto della posizione dei grandi elettrodomestici (lavatrice, lavastoviglie, cappa, frigo, piano ad induzione, ecc.), dell’arredamento e delle esigenze degli utenti.
Il costo di un punto luce varia in base al prezzario utilizzato e al tipo di punto luce/presa e parte dai 15 fino ai 70 euro circa.
Il costo comprende già tutte le lavorazioni necessarie alla realizzazione di un impianto elettrico a norma, comprensivo di materiali (corrugati, fili elettrici, cassette porta frutti, ecc.), a meno delle placche e delle finiture finali.
Ovviamente, per avere una valutazione completa, al costo del punto luce, occorre aggiungere il prezzo del quadro elettrico, delle eventuali opere murarie per l’apertura e la chiusura delle tracce, la rimozione di eventuali impianti ed apparecchiature esistenti, ecc.
Computo metrico impianto elettrico in base alla superficie
In fase di studio di fattibilità, quando il progetto degli impianti non è ancora definito nello specifico, si può determinare il costo dell’impianto elettrico facendo una stima di massima in base alla superficie dell’abitazione, espressa in metri quadrati. Generalmente, in un’abitazione base, il numero di punti luce può essere approssimato a 1 per ogni 2/3 m2. Con questa logica, per fare il computo metrico dell’impianto elettrico di un appartamento di 100 m2 si dovrebbero considerare almeno 35/50 punti luce. Questo numero è destinato a crescere se gli accordi tra progettista e committenti prevedono la realizzazione di un impianto standard o domotico (in cui il controllo dei dispositivi e degli elettrodomestici avviene da remoto, anche in tempo reale).
Questa valutazione, seppur sommaria, aiuta ad avere un ordine di grandezza della cifra da spendere e deve poi essere dettagliata in base allo stato di avanzamento del progetto. Anche in fase di studio di fattibilità è opportuno, però, stabilire in accordo con il committente se l’impianto di progetto sarà di:
- livello base, prevede:
- un numero minimo di punti prese e punti luce distribuiti in modo uniforme in base alla metratura o alla tipologia di vano;
- un numero minimo di circuiti;
- almeno due interruttori differenziali;
- livello standard, prevede:
- un numero maggiore di componenti rispetto al livello precedente;
- l’installazione di un sistema di controllo dei carichi;
- livello domotico:
- l’impianto deve gestire funzioni più complesse (ad esempio controllo delle temperature, rivelazione incendi, controllo remoto, ecc.)
In base al livello scelto sarà possibile procedere con l’individuazione del numero di punti luce in relazione alla superficie degli ambienti (come riportato in tabella). Nel calcolo dei punti luce non dimenticare l’illuminazione esterna relativa ai giardini ma anche a balconi, cortili e terrazzi.
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Come valutare il costo di un impianto elettrico
/in In evidenza /da adminIn una ristrutturazione, fare il computo metrico dell’impianto elettrico è sempre un passaggio insidioso. Non si sa mai precisamente come fare e quale criterio seguire per ottenere una stima appropriata. fare il computo metrico dell’impianto elettrico è sempre un passaggio insidioso. Non si sa mai precisamente come fare e quale criterio seguire per ottenere una stima appropriata. Valutare il costo dell’impianto in base al numero dei punti luce è sicuramente il modo più diffuso ma ci sono anche alternative più rapide, adatte nelle prime fasi della progettazione, quando non si ha ancora a disposizione un progetto dettagliato.
Costo dell’impianto elettrico a punto luce
Il metodo più utilizzato per fare un preventivo di rifacimento dell’impianto elettrico per civile abitazione è sicuramente quello di valutarlo in base al numero di punti luce da realizzare.
Per punto luce si intende un qualsiasi punto della casa in cui viene erogata energia elettrica. Un punto luce ad esempio, può essere una presa elettrica, un interruttore, una lampada d’emergenza, un faretto, una presa tv, presa Schuko per elettrodomestici, ecc.
Di seguito ti propongo un esempio dei punti luce solitamente presenti nell’impianto elettrico di un’abitazione comune:
Il numero di punti luce per ciascuna di queste tipologie si determina in base alle indicazioni del progetto. Il progettista solitamente indica in pianta, con appositi simboli corredati da una legenda, il posizionamento di punti luce, punti presa, ecc. Nella progettazione è fondamentale tener conto della posizione dei grandi elettrodomestici (lavatrice, lavastoviglie, cappa, frigo, piano ad induzione, ecc.), dell’arredamento e delle esigenze degli utenti.
Il costo di un punto luce varia in base al prezzario utilizzato e al tipo di punto luce/presa e parte dai 15 fino ai 70 euro circa.
Il costo comprende già tutte le lavorazioni necessarie alla realizzazione di un impianto elettrico a norma, comprensivo di materiali (corrugati, fili elettrici, cassette porta frutti, ecc.), a meno delle placche e delle finiture finali.
Ovviamente, per avere una valutazione completa, al costo del punto luce, occorre aggiungere il prezzo del quadro elettrico, delle eventuali opere murarie per l’apertura e la chiusura delle tracce, la rimozione di eventuali impianti ed apparecchiature esistenti, ecc.
Computo metrico impianto elettrico in base alla superficie
In fase di studio di fattibilità, quando il progetto degli impianti non è ancora definito nello specifico, si può determinare il costo dell’impianto elettrico facendo una stima di massima in base alla superficie dell’abitazione, espressa in metri quadrati. Generalmente, in un’abitazione base, il numero di punti luce può essere approssimato a 1 per ogni 2/3 m2. Con questa logica, per fare il computo metrico dell’impianto elettrico di un appartamento di 100 m2 si dovrebbero considerare almeno 35/50 punti luce. Questo numero è destinato a crescere se gli accordi tra progettista e committenti prevedono la realizzazione di un impianto standard o domotico (in cui il controllo dei dispositivi e degli elettrodomestici avviene da remoto, anche in tempo reale).
Questa valutazione, seppur sommaria, aiuta ad avere un ordine di grandezza della cifra da spendere e deve poi essere dettagliata in base allo stato di avanzamento del progetto. Anche in fase di studio di fattibilità è opportuno, però, stabilire in accordo con il committente se l’impianto di progetto sarà di:
In base al livello scelto sarà possibile procedere con l’individuazione del numero di punti luce in relazione alla superficie degli ambienti (come riportato in tabella). Nel calcolo dei punti luce non dimenticare l’illuminazione esterna relativa ai giardini ma anche a balconi, cortili e terrazzi.
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Impianto domotico: cos’è, come funziona e costi
/in In evidenza /da adminUn impianto domotico rappresenta un insieme di dispositivi progettati per gestire l’automazione degli impianti domestici consentendo il controllo remoto. Questa funzionalità è resa possibile grazie a una centralina di controllo e ai sistemi interconnessi ad essa attraverso protocolli wireless.
Un impianto domotico offre un vasto campo di applicazioni che contribuiscono a creare una rete di dispositivi smart e migliorano significativamente la qualità della vita domestica.
I principali ambiti di utilizzo della domotica comprendono:
Impianti domotici: vantaggi
I vantaggi di un impianto domotico possono essere così riassunti:
Le energie rinnovabili e l’impianto domotico: binomio vincente
Domotica ed energie rinnovabili costituiscono un binomio vincente per l’efficienza energetica e la sostenibilità degli edifici. Un impianto domotico integrato con fonti rinnovabili consente il monitoraggio dettagliato della produzione e del consumo energetico, ottimizza l’uso dell’energia, si integra con sistemi di accumulo, adatta il consumo alle segnalazioni della rete elettrica, supporta la ricarica intelligente dei veicoli elettrici e consente il controllo remoto attraverso dispositivi digitali.
Quanto costa un impianto domotico?
I costi di un impianto domotico variano in base alla grandezza dell’immobile e al tipo di impianto che si intende progettare. La dimensione dell’area coinvolta e la quantità di sistemi integrati nell’impianto sono tutti fattori che influenzano i costi complessivi.
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Superbonus 2024: come cambia e quali sono le nuove aliquote
/in In evidenza /da adminSuperbonus 2024 e PNRR
Il PNRR abbraccerà il nuovo Superbonus 2.0 con un capitolo legato ai fondi aggiuntivi del REpowerEU, che porterà in dote una super detrazione al 90% per le ristrutturazioni immobiliari per i redditi più bassi. Il contributo straordinario non verrà cancellato del tutto, anche se tornerà con paletti molto stringenti. In campo ci sono almeno 1,38 miliardi (dei 4 miliardi da dedicare a interventi privati di efficientamento energetico), più altri 3,5 miliardi per le maxi-ristrutturazioni degli edifici pubblici. In tutto, il nuovo capitolo del PNRR, contiene anche fondi per il post alluvione in Emilia Romagna, per un valore totale di 21,3 miliardi. Inoltre, i lavori interessati non saranno più finanziati attraverso il meccanismo delle detrazioni fiscali, ma saranno effettuati direttamente dalle ESCo.
Cosa sono le ESCo?
L’ESCo (Energy Service Company) è una società che effettua interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica, assumendo su di sé il rischio dell’iniziativa e liberando il cliente finale da ogni onere organizzativo e di investimento. I risparmi economici ottenuti vengono condivisi fra l’ESCo e il cliente finale con diverse tipologie di accordo commerciale. Questi tipi di società conducono analisi energetiche su impianti ed edifici, verificano la loro conformità alle normative vigenti e valutano la fattibilità delle soluzioni per migliorare l’efficienza energetica. Successivamente, elaborano un progetto dettagliato per gli interventi necessari, comprensivo delle specifiche tecniche.
Superbonus 2024 o Superbonus 2.0: obiettivo
L’investimento è dedicato al patrimonio immobiliare privato e mira a promuovere l’efficientamento energetico delle abitazioni per affrontare il problema della povertà energetica. Il suo obiettivo è garantire il raggiungimento degli obiettivi REPowerEU in termini di efficienza, riduzione della domanda e contrasto alla povertà energetica. La misura si basa su incentivi fiscali, attivati da tempo in Italia e potenziati dal 2020 con il cosiddetto Superbonus, ma ora corregge e indirizza il sostegno esclusivamente alle categorie di persone a basso reddito.
Nuovo Superbonus 2024: chi potrà ottenerlo?
Il Governo ha annunciato che i principali beneficiari delle nuove agevolazioni saranno le famiglie. Il nuovo sistema prevedrà interventi sulle abitazioni delle famiglie a basso reddito e farà riferimento ai nuovi lavori di ristrutturazione edilizia per l’efficientamento energetico degli immobili di edilizia abitativa pubblica e per i condomini.
Superbonus 2024: Sfide e Prospettive
La riforma non solo prevede più aliquote di detrazione in base ai miglioramenti degli edifici, ma si propone con una durata “almeno decennale” per rispettare gli obiettivi climatici ed energetici. Il Superbonus 2.0 si configura come un punto di svolta nell’edilizia, portando opportunità e sfide. Resta da vedere come famiglie, giovani e condomini affronteranno questo cambiamento e come il settore si adatterà alle nuove direttive europee.
Superbonus 2024 e superbonus 2.0: cosa cambia?
A seguito della proposta approvata dalla Commissione Europea, il nuovo Superbonus 2.0 godrà di circa 1,38 miliardi di euro destinati a favore delle famiglie a basso reddito e dei giovani. Indipendentemente dall’esito finale, e secondo fonti di stampa, il Superbonus 2.0 dovrebbe entrare in funzione entro il 2025, quando per giunta l’aliquota del ‘vecchio Superbonus 110‘ scenderà ulteriormente rispetto al 2024. Inoltre, è opportuno chiarire che i fondi per la nuova detrazione saranno destinati ad un sostegno mirato all’efficientamento energetico degli immobili di edilizia abitativa, pubblica e dei condomini.
Superbonus 2024 condomini
In attesa della riforma finale degli incentivi, è importante ricordare che nel corso del 2024 la detrazione per il Superbonus condomini subirà la prima modifica sostanziale (salvo ulteriori disposizioni normative) passando dal 110/90 % al 70% nel 2024 per arrivare al 65% nel 2025. Ricordiamo che per il prossimo anno sono sempre disponibili alternative al Superbonus, come:
Superbonus 2024 unifamiliari
L’agevolazione del 110% per interventi di ristrutturazione e riqualificazione di villette e case unifamiliari è stata prorogata fino al 31 dicembre di quest’anno, a patto che entro il 30 settembre 2022 fosse completato almeno il 30% dei lavori. Mentre coloro che hanno avviato i lavori nel 2023 e nel rispetto dei requisiti previsti dal decreto Aiuti quater, potranno godere della detrazione in esame entro la fine dell’anno se sussistono le seguenti condizioni:
È importante sottolineare che l’agevolazione sarà mantenuta fino al 2025, tuttavia, sarà dedicata esclusivamente alle abitazioni unifamiliari situate nelle aree colpite dal sisma. In assenza di questa condizione, l’accesso a tale agevolazione non sarà più possibile.
Contributi per l’anno 2024 per installazione di impianti solari fotovoltaici, accumulatori di energia elettrica e solari termici
/in In evidenza /da adminRinnovato il Bando Regionale FVG con ulteriori 50 Milioni per installare impianti Fotovoltaici o integrare con la batteria d’accumulo
La Regione FVG ha prorogato il contributo regionale per la realizzare di nuovo impianti fotovoltaici e/o sistemi d’accumulo per migliorare l’autoconsumo da fotovoltaico delle nostre abitazioni.
Stanziali ulteriori 50 milioni di euro per finanziare l’installazione di pannelli fotovoltaici, impianti di accumulo per le prime e seconde case e condomini, anche quelli solo parzialmente ad uso residenziale. Saranno compresi gli immobili di nuova costruzione. La norma riguarda tutti interventi fatturati a partire dal primo novembre 2022 fino a completamento dei soldi stanziati.
La regione fornirà un incentivo massimo del 40%, sulla base di un prezziario legato alla potenza dell’impianto, che comunque non sarà finanziabile oltre:
Gli incentivi regionali si sommano alle detrazioni nazionali al 50%, con un risparmio fino al 90%!!!
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